La cultura più significativa di tutto il periodo prenuragico, che caratterizza il Neolitico Recente, è quella definita di S. Michele o di Ozieri, dal nome della grotta in cui fu rinvenuta per la prima volta.
Alcune forme vascolari, quali la pisside o il vaso tripode, denotano l'origine orientale diquesta cultura. La stessa ricchezza ed eleganza dei motivi decorativi trova analogie in culture diffuse in regioni del bacino orientale del Mediterraneo, quali la
Grecia insulare e Malta.
Le forme vascolari sono molto varie e diversificate, comprendendo, oltre a quelle già citate, le tazze carenate e non, i vasi
a cestello, le spiane, le ciotole, i vasi a colletto e quelli biconici con anse a tunnel. Spesso la ceramica appare riccamente ornata con motivi incisi o impressi, talvolta messi in risalto con ocra rossa o pasta bianca.
In argilla si conoscono anche numerosi esemplari di fusaiole e pesi da telaio, talvolta decorati con motivi geometrici, che
testimoniano una pratica notevole e avanzata dellatessitura.
Nella lavorazione della pietra si raggiunge notevole perizia sia nella tecnica della scheggiatura che in quella della levigatura; si producono così punte di freccia in ossidiana con minuti e regolari ritocchi coprenti, lunghe lame in selce e accette di
dimensioni varie.
Ricca è la documentazione di statuine femminili di stile geometrico in marmo o, più spesso, in calcite e in argilla collegate al culto della Dea Madre, che, pur rifacendosi a modellli egei, testimoniano la notevole abilità degli artigiani locali.
La cultura di Ozieri, ampiamente diffusa in tutta la Sardegna, ha lasciato testimonianze in villaggi all'aperto, in tombe
scavate nella roccia (domus de janas), in monumenti di tipo dolmenico.
Se è vero che si continuò, secondo un rituale conosciuto dal Neolitico Antico, a ricorrere alla sepoltura in grotte naturali,il
tipo di sepolcro proprio della cultura di Ozieri e del Neolitico Recente è quello della grotticella scavata artificialmente nella roccia e destinata a tombe collettive. La loro maggiore concentrazione si ha nel Sassarese, nel Meilogu, nel Goceano-Monte Acuto, intorno alla Cala di Arbatax nell'Ogliastra marina, nel Sulcis. Sono distribuite praticamente dappertutto, anche se certe zone ne sono quasi prive per vasto tratto.
Per l'utilizzo continuativo degli spazi sepolcrali e per le violazioni antiche e recenti, solo in pochi casi è stato possibile separare i contesti culturali ed individuare le grotticelle sicuramente ed esclusivamente appartenenti alla cultura Ozieri. Così, mentre da una parte la distribuzione per quasi tutta l'isola degli ipogei e della cultura di Ozieri ci fa supporre che si tratti di due fatti strettamente connessi tra loro, d'altra parte le grotticelle definibili nel contesto culturale in esame sono ben poche.
Peraltro alcune domus sono state realizzate certamente nell'età del Rame, come appare chiaro da alcune caratteristiche, in
particolare nelle tecniche decorative, e da recenti dati di scavo, anche se non numerosi.
Dal punto di vista planimetrico esiste la massima varietà, da forme monocellulari a pluricellulari, con schema a T, cruciforme, o centripeto. Le dimensioni vanno ricollegate al tipo di roccia e alle sue venature naturali, per cui si hanno spazi angusti nel granito e ambienti talvolta alti e spaziosi nel calcare e nell'arenaria.
Lo scavo veniva infatti praticato con strumenti di pietra detti "picchi da scavo", grossolanamente appuntiti e sagomati in modo da renderne agevole l'impugnatura; dopo l'uso essi venivano spesso abbandonati all'interno della domus, dove infatti si rinvengono frequentemente.
Le decorazioni interne sono varie e vanno dalla rifinitura dei portelli esterni ed interni, alla riproduzione di elementi architettonici, come zoccoli, pilastri con basi, architravi, il trave centrale con i travicelli trasversali del tetto, ed altri elementi che, nei casi più elaborati, giungono a rappresentare fedelmente l'interno di una casa ben articolata.
Le decorazioni erano spesso arricchite da colori usati per sottolineare ed abbellire gli ambienti.
Oltre agli elementi architettonici il soggetto più frequentemente rappresentato nelle domus è la protome taurina o le semplici corna, isolate o iterate, naturalistiche o schematiche, e senza dubbio da riferirsi ad una divinità simbolo della vita e della potenza generatrice e perciò protettrice dei defunti e principio di rigenerazione.
Dal punto di vista rituale, le domus de janas sono tombe collettive nelle quali il defunto veniva deposto con il corredo.
Davanti alla domus, nel dromos e forse anche nel suo interno dovevano svolgersi riti, come provano le molte cuppelle incavate nei pavimenti e sulle pareti, le riproduzioni di focolari scolpiti nella roccia, etc